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Scambio di Coppia

DOPPIA COPPIA?...MEGLIO DI UN POKER!


di ASITA
05.05.2008    |    64.334    |    3 9.0
"Anna urlava di piacere fregandosene altamente di quello che poteva pensare suo marito..."
L’estate del 2007 mi ha riservato un paio di sorprese, entrambe, decisamente interessanti. La più sconvolgente è stata quella di scoprire mio marito intento a farsi spompinare dalla mia amica Anna, moglie di Diego e madre di Paolo.
( Per farvi un’idea di chi siano queste tre persone vi consiglio di leggere il mio precedente racconto “ Fingendomi ubriaca.”)
La conseguenza a questa mia scoperta ha causato la seconda e molto più piacevole sorpresa. Sono riuscita a farmi prendere da due uomini contemporaneamente e per la prima volta in vita mia, leccare una donna in mezzo alle gambe. Premetto che non ho tendenze prettamente lesbiche, ma se mi capita l’occasione giusta, non mi dispiace accarezzare la pelle morbida e levigata di un’altra sbarbina. Per antonomasia considero la bellezza: femmina. Secondo me non c’è niente di più bello di un fisico femminile nudo. Gli uomini mi piacciono molto, soprattutto se curati ed atletici, ma il senso estetico mi spinge a confermare quello che ho scritto due righe sopra.
Ritornando a noi posso solo dirvi che lo scambio di coppia, se il rapporto con il tuo compagno è solido e se riesci a perdonargli qualche marachella, è una delle più belle esperienze che ti possano capitare. Io ho dovuto perdonare a Carlo il fatto di essersi fatto irretire da una donnaccia, ma questo mi ha consentito di costringerlo a fare quella cosa che, da più di un anno, avrei voluto proporgli senza mai trovare il coraggio. Cosa che lui avrebbe voluto fare altrettanto.
Dopotutto come potrei arrabbiarmi con lui, viste le mie scorribande erotiche eseguite a sua insaputa?
Non posso biasimarlo se ha ceduto al suo ancestrale istinto di spargere il proprio seme dappertutto pur di garantirsi una discendenza forte e geneticamente perfetta.
La scoperta della sua tresca con Anna avvenne per caso. Ero tornata al nostro appartamento affittato per le ferie d’agosto con l’intenzione di farmi una doccia veloce. Dovevo togliermi dalle cosce lo sperma di Paolo, il figlio appena maggiorenne di Anna e Diego.
Con la scusa di dovermi spostare dalla spiaggia ed aiutarlo ad effettuare l’acquisto di un regalo per una sua amichetta, mi ero fatta scopare nel gabinetto di uno dei tanti bar del nostro villaggio. Per l’occasione mi ero infilata un velatissimo copricostume e senza farmi notare avevo tolto il perizoma, rimanendo completamente discinta. Io e Paolo ci eravamo allontanati lasciando suo padre in procinto di uscire in mare con il nostro gommone a motore ed intenzionato a fare un lungo giro sullo splendido mare di Olbia. I miei due figli erano già a bordo del piccolo natante, ma Carlo aveva rifiutato l’invito. Anche Anna, tirando in ballo una stanchezza tremenda, aveva deciso di rimanere spaparanzata sulla sabbia. Quel particolare mi aveva colpito, ma eccitata per quello che mi stava aspettando mi ero allontanata senza replicare.
Le giovani mani di Paolo non si fecero attendere più del dovuto. In mezzo alla calca di turisti ed avventori che riempivano le viuzze del villaggio, lui non tardò nel cimentarsi in toccatine tanto illecite quanto eccitanti. Io facevo la preziosa, ma la mia fica completamente depilata non era d’accordo. Le dita di Paolo, ad ogni occasione propizia, si infilavano sotto al mio esile copricostume ed andavano a cercare quel bersaglio che ad ogni carezza si apriva sempre di più bagnandosi all’inverosimile. Quei preliminari non durarono molto. Ci sedemmo al tavolino di un bar e dopo aver ordinato due caffè ci recammo in bagno. Non feci a tempo a richiudere la porta dello stanzino dietro le mie spalle. In un secondo mi ritrovai completamente nuda. Con un movimento velocissimo il mio giovane amante mi aveva denudato totalmente ed ora mi stava osservando con uno sguardo perso. Non mi stancherò mai di dirvi quanto mi ecciti il fatto di essere guardata. Senza falsa modestia dichiaro di avere un fisico da sballo. I miei lunghi capelli neri vanno a raccogliersi sopra a due tette enormi e sode.( lodi al mio chirurgo estetico.) Addominali disegnati ed un culetto scolpito a forza di ginnastica e palestra. Quel ragazzetto stava di fronte ad una trentacinquenne perfettamente abbronzata, escluso un minuscolo triangolino, là dove di solito ci dovrebbe essere un ciuffetto di peli.
Non c’era! Il mio pube completamente depilato metteva in mostra l’incrocio di due grandi labbra bagnate ed un clitoride durissimo che spuntava sbarazzino dal suo cappuccio. Mentre lui si abbassava i pantaloncini, mostrandomi una verga dal diametro sconvolgente, lo spinsi a sedersi sulla tazza e chiedendogli di insultarmi come una troia da quattro soldi mi sedetti sopra quel cazzo imperiale.
Lo cavalcai come un’ossessa per poco meno di un minuto poi, sudata ed in preda ad un divino orgasmo, ricevetti nel mio utero una quantità enorme di sperma.
Ci rivestimmo in fretta per tornare al nostro compito iniziale. Comprammo un banalissimo capellino da Baseball, mentre sentivo il seme del mio amante colarmi lungo le cosce. Nel tornare alla spiaggia confidai a Paolo la mia esigenza di dovermi lavare prima di rimettermi a prendere il sole. Lui tornò subito ai nostri ombrelloni, io invece mi recai verso il nostro appartamento. Entrai senza fare troppo rumore, tanto da non disturbare chi, nel nostro bagno, stava facendo le cosacce. Mi infilai in casa udendo chiaramente gli inconfondibili gemiti di un uomo intento a godere. La cosa mi sconvolse, ma spinta dalla curiosità mi recai verso la fonte di quegli ansimi. La porta del bagno era socchiusa, ma dal vetro satinato della porta potevo scorgere la sagoma di una persona inginocchiata a terra ed intenta a percorrere un’asta di notevoli dimensioni con la bocca. Non ci misi molto a riconoscere il modo di godere di mio marito, ma era la donna che non riuscivo ad identificare. Fu Carlo a rivelarmi l’identità della troia che lo stava spompinando con tanta foga da infilarsi il suo lungo uccello fino in fondo alla gola.
"Anna?!! …Sborro!!"
Udii i classici suoni di una femmina intenta ad ingoiare sperma, li conosco benissimo, e mentre mio marito schizzava il suo nettare dentro una bocca che non era mia, spinsi leggermente la porta per vedere il bel culo di Anna riflesso nello specchio. Provai contemporaneamente due sentimenti contrastanti. Il primo era un profondo sollievo per aver scoperto che anche mio marito non era così perfetto come sembrava. Il secondo, molto più potente, mi colpiva profondamente nell’intimo e precisamente nell’orgoglio ferito di una donna che, pur sempre disponibile ad ogni esigenza sessuale del proprio compagno, bella e porca, si ritrova ad essere tradita con una delle sue migliori amiche.
Mi allontanai portando con me una frase pronunciata dal mio Carlo e che mi aveva colpito profondamente. All’apice del piacere lui aveva rivelato alla sua amante una cosa sconvolgente:
"Anna sei proprio porca!!… Vorrei che anche Asia fosse come te!"
Maledetto stronzo! Prima di tutto non si parla mai con un’amante delle capacità sessuali della propria consorte. Secondo…: Vuoi una moglie porca?… Basta dirlo…non chiedo altro!"
Mentre tornavo in spiaggia cercai di fare ordine nei brutti pensieri che mi frullavano per la testa. Raggiunsi Paolo che, sdraiato sul suo asciugamano a pancia all’aria, mostrava una delle sue potenti erezioni.
" Non ne hai avuto abbastanza?" Chiesi con tono inutilmente scocciato.
" Stavo pensando alle tue tette!" Dichiarò lui sorridendomi.
Quelle parole mi fecero dimenticare tutti i miei problemi. Mi guardai velocemente attorno e vedendo che quasi nessuno avrebbe potuto vedere quello che mi ero messa in testa di fare, mi sedetti sulla mia sdraio e tolsi il copricostume rimanendo completamente nuda. Con una malsana voglia di farla pagare a mio marito, chiesi al mio giovane e costernato spettatore di prendere la sua macchina fotografica e di fare tutto quello che voleva. All’ombra di un ombrellone, sotto i potenti raggi solari di una calda mattinata d’agosto, mi lasciai fotografare in tutte le posizioni richieste dal mio voyeur preferito. Infischiandomene altamente dei pochi bagnanti che passavano sulla piccola caletta in cui avevamo preso posto, mi cimentai in pose da vera pornostar. Mentre venivo immortalata alla pecorina e con una mano che teneva aperte le mie grandi labbra ancora imbrattate del suo sperma, diedi il permesso a Paolo di poter far vedere quelle foto a tutti i suoi amici e gli concessi la possibilità di vantarsi di essersi scopato una gran fica, amica di sua madre. L’ultima foto scattatami, mentre vedevo Anna e Carlo tornare da due direzioni completamente diverse, mi vedeva impegnata a trattenere dentro il mio culo un grosso barattolo di olio solare. Me lo ero infilata per quasi tutta la sua lunghezza ed ora, con dei movimenti da vera troia, lo facevo scorrere nel mio retto come fosse il più godurioso dei cazzi.
Prima che i due fedifraghi ci raggiungessero, mi infilai il perizoma e mi gettai in acqua per lavare dalla mia pelle le chiazze biancastre dello sperma di Paolo ormai rappreso. lui, come sua abitudine, si allontanò altrettanto velocemente con la scusa di dover andare in bagno.
Tornai agli ombrelloni in tempo per vedere Anna che teneva in mano la crema solare appena espulsa dal mio culo. Provai una soddisfazione incredibile nel vedere quell’immagine.
Mi sedetti vicino a Carlo e baciandolo su una guancia chiesi: " Dove siete stati?"
Ci fu un attimo di imbarazzo poi, ognuno di loro mi propinò delle scuse molto credibili. Feci finta di niente e mi misi a prendere il sole fino al ritorno di Diego e dei miei due figli dal loro giro con il gommone. Sfamai la mia prole, chiacchierai come facevo sempre, ma con un occhio particolare a Diego. Feci il possibile per conturbarlo. Non mi perdevo l’occasione di strusciare una delle mie enormi tette sulla sua nuca quando gli riempivo il piatto di riso freddo. Sentire il mio capezzolo che lambiva i suoi capelli neri, davanti a sua moglie e mio marito, mi faceva bagnare come una ragazzina. Ogni volta che mi sedevo facevo il possibile per lasciare al mio minuscolo tanga la possibilità di penetrarmi nelle grandi labbra e mettere così in mostra, quasi completamente, l’unico punto dove non ero abbronzata. Spudorata come non mai, mentre mangiavo il mio riso, mi preoccupai di tirare allo spasimo il tessuto del mio indifeso costume che, costretto dalle mie manovre, aveva gettato la spugna ed era penetrato talmente tanto nella mia fessura da averla costretta a lasciar uscire anche le piccole labbra. Vidi la carnagione di Diego prendere fuoco. Faceva finta di niente, ma il suo sguardo era stato calamitato da quella visione paradisiaca ed i suoi boxer attillati mi mostravano un’erezione potente. Ad essere sincera rimasi un pochino delusa dalle dimensioni assunte da quel rigonfiamento. Pur essendo in pieno tiro, il suo pene non allacciava nemmeno le scarpe a quello del mio Carlo e tantomeno a quello di Paolo. Capii l’estremo godimento dimostrato da Anna, inginocchiata al cospetto dell’enorme glande di mio marito.
Credetemi! Alle donne non importano molto le dimensioni. E’ vero! Quando ce l’hai dentro non badi più a niente, se non alla sua capacità di tener duro, ma dal punto di vista visivo una clava immensa è paragonabile, per un maschio, a due tette di enormi dimensioni. Eccitano parecchio!
Mi accontentai pensando che quel cazzetto era della misura giusta per una doppia penetrazione. Mi immaginavo già a cavallo di Carlo e con Diego che, da dietro, spingeva per sodomizzarmi.
Quel pomeriggio riuscii a dare il meglio di me stessa. Convinsi Paolo, promettendogli cose turche, ad accompagnare di nuovo i miei figli in un lungo giro in mare aperto. Gli confessai di dover sistemare alcune questioni con sua madre che, a mio avviso, cominciava a sospettare qualcosa sulla nostra relazione. Spaventato da quella dichiarazione lui aveva accettato l’incarico di fare il bambinaio fino all’ora di cena.
Lo lasciai allontanare poi, senza concedere repliche a nessuno mi alzai dalla sdraio, presi il mio telo bagno e dissi che volevo andare in una splendida caletta isolata, vista qualche giorno prima durante una delle nostre escursioni con il gommone. Non diedi bada alle lamentele degli altri. A piedi ci sarebbero voluti tre quarti d’ora abbondanti per raggiungere quel luogo, ma era il posto adatto per mettere in atto il mio godurioso piano. Una caletta quasi irraggiungibile da terra, completamente circondata da delle alte pareti di roccia e con una spiaggetta bianchissima che dava sbocco direttamente sul mare. Ci ero stata la mattina prima con Paolo. Quando ce ne eravamo andati avevamo lasciato una di quelle rocce completamente imbrattata di sperma.
Finalmente raggiungemmo la nostra meta. Ci sistemammo poi, dopo pochi minuti, io esordii con la prima fase del mio progetto. " Posso farvi una proposta?"
Tutti acconsentirono alla mia richiesta ed io non mi feci scappare l’occasione.
" Visto che i nostri ragazzi se ne sono andati ed in questa spiaggia non c’è nessuno, e vista la nostra estrema confidenza di amici sinceri…" Calcai molto su quell’ultima parola, per fare sentire in colpa i due porci.
"…Vi darebbe fastidio se prendessimo il sole nudi?"
Per un attimo ci fu un silenzio di tomba. Nessuno ebbe la forza di commentare quella mia strana richiesta. Fui io a rompere il ghiaccio. Con un movimento veloce slacciai il mio tanga da ambedue i lati ed allargando le gambe lo feci cadere nella sabbia bianca di Sardegna. Rimasi completamente nuda ed esposta in tutta la mia bellezza allo sguardo dei miei spettatori. Vidi tre paia di occhi puntarsi sull’unico posto che non avevo mai mostrato su una spiaggia e quella visione mi fece bagnare. Mi sforzai di sorridere e girandomi per mostrare anche le mie natiche esclamai:
" Dai!…siamo adulti! Non sapete come è fatta una donna?"
Risero tutti con un pochino di imbarazzo, ma fortunatamente quella zoccola della mia amica si lasciò andare senza tante storie. Si alzò dal suo asciugamano e sorridendo si tolse le mutandine. Vedere quella passera con un ciuffetto di peli biondi e rasati a forma di cuore, mi procurò un incredibile eccitamento. Era bellissima. Le sue piccole labbra erano enormi e spuntavano da quelle grandi di un bel po’. Il suo seno era piccolo, ma sodo come quello di una ragazzina di sedici anni.
Anche lei, ridendo imbarazzata, compì un paio di giri su se stessa per farsi guardare. Io mi cimentai in un applauso, subito accompagnato da quello dei nostri mariti.
" Adesso tocca a voi!" Esclamai con tono da furbetta. Loro cercarono un’infinità di scuse, ma poi ubbidirono. Vidi i loro boxer scendere lungo le cosce fino a scoprire quello che volevo vedere.
Mio marito era uno spettacolo da guardare. Il suo splendido fisico era supportato da un manganello di carne che calamitò lo sguardo mio e quello di Anna la quale, di fronte a tale spettacolo, si fece sfuggire un gemito. Diego, invece, mostrava un arnese che a riposo non era degno di nota. Non mi persi in quel particolare. Applaudii quell’esibizione e prendendo in mano la crema solare mi impegnai a cospargere la mia “fedele” amica su quelle parti non abituate alla luce solare. Mi preoccupai di effettuare quell’operazione mettendo bene in mostra i miei, di punti delicatissimi e non abbronzati.
Lei si era dimostrata disponibile ai miei “metti la cera, togli la cera”; lo facevamo sempre. Si stese a pancia sotto rivolgendo l’incrocio delle sue gambe proprio in direzione dei nostri uomini. Io mi prodigai in spalmate di crema e frizioni degne della più abile delle massaggiatrici Tailandesi. Messa alla pecorina mi prodigai nel mostrare tutto ciò che potevo.
Non avrei mai pensato che toccare un’altra femmina avrebbe potuto eccitarmi ed invece, lasciandomi interdetta, quella cosa mi piaceva assai. Forse erano gli sguardi dei due maschi seduti dietro di me e che mi osservavano la fica, mentre ero intenta ad effettuare quell’erotica performance simil lesbo, ma più facevo scorrere i palmi su quella pelle liscia ed abbronzata, più mi bagnavo. Il culmine dello spettacolo fu quando riuscii a penetrare con il dito medio il solco delle natiche di Anna. Lei non si lamentò, anzi, inarcò la schiena ed allargò leggermente le cosce per permettermi di spalmarle la crema anche dove non serviva. Sentivo il suo sfintere anale reagire ai miei tocchi. Dato il suo silenzio mi feci molto più intraprendente ed allungando due dita completamente lubrificate dall’olio solare, spinsi leggermente fino al punto di entrarle nella passera. Solo due falangi, ma furono sufficienti per farla mugolare di piacere. Mi abbassai verso il suo orecchio e forte del fatto di saperla colpevole le chiesi: " Non so te…ma io mi farei volentieri un’orgia con in nostri mariti!"
Le sue deboli proteste furono anticipate da una completa penetrazione della sua fica. Le spinsi per intero due dita dentro al buco fradicio e con estrema maestria, visto che sono una donna come lei, riuscii a solleticarle con un un’unghia il suo punto G.
Cercando di godere il più sommessamente possibile, ma senza riuscirci, Anna mi confermò di avere lo stesso desiderio. Ormai completamente partita, lasciai che la mia passera si aprisse liberando un rigolo di umori densi e trasparenti che scese in mezzo alle mie cosce e cadde sulla sabbia sotto gli occhi sbigottiti dei nostri mariti. Loro erano seduti per terra e con le mani si aiutavano a mantenere la posizione. Li sbirciai in mezzo alle gambe e con mio immenso piacere vidi che lo spettacolo proposto aveva raggiunto il suo scopo. Senza parlarsi per l’imbarazzo, Diego e Carlo non riuscirono ad evitare un’erezione. L’uccello di mio marito era completamente in tiro; dalla sua splendida cappella uscivano delle dense gocce di dolce pre-sborra. Quello di Diego non era da meno e con mia immensa soddisfazione notai che le dimensioni del suo cazzo, una volta raggiunta la piena erezione, erano tutto sommato più che accettabili.
" Non vi starete mica eccitando?" Chiesi con il tono di una gattina in calore a quei due cazzi vogliosi.
Mio marito cercò di togliersi dall’imbarazzo sparando un poco credibile:
"Dai Asia!…Cosa stai facendo ad Anna?"
" Perché?… Non ti piace?" Chiesi io guardando negli occhi Diego con uno sguardo che voleva dire tutto.
Non ricevetti risposta verbale, ma quella fisica fu più che sufficiente. Il nostro amico si portò una mano alla cappella e senza commentare cominciò a menarsela ordinandomi, con un filo di voce :
" Fatti vedere!"
Sorrisi soddisfatta a Carlo, che ancora cercava di darsi un contegno. Riuscì a mantenere la calma ancora per poco perché, con un movimento deciso, feci spalancare le gambe ad Anna e la misi in grado di mostrare perfettamente quello che le stavo facendo. Lei, mentre la masturbavo infilandole due dita nella fica, non si risparmiò affatto nell’emettere gridolini e gemiti di piacere ed intanto scuoteva le sue natiche come fossero percorse dalla corrente elettrica. Per dare forza alla situazione mi leccai voluttuosamente il dito medio della mano rimastami libera e facendolo scorrere lentamente sulla schiena me lo infilai completamente nel buco del culo. Per godere pienamente del mio massaggio, anche Anna si era sollevata alla pecorina così, adesso, i nostri uomini potevano guardare due cagne in calore che sbrodolavano su un’assolata spiaggia deserta.
Con un sorriso che era tutto un programma guardai fisso negli occhi Carlo, con la ferma intenzione di fargli capire che non poteva sottrarsi ad una tale e dolce tortura. Intensificai le escursioni dentro il nido della mia amica ed allo stesso tempo cercai di mostrare le mie tette dondolanti ed enormi. Anna urlava di piacere fregandosene altamente di quello che poteva pensare suo marito. Lui era intento a mangiarmi con gli occhi, mentre la sua cappella era diventata viola e dura sotto i suoi violenti colpi di mano. Procurai un orgasmo favoloso alla mia amica e mentre sentivo i suoi muscoli inguinali contrarsi sotto quell’intenso piacere saffico, mi abbassai di nuovo verso il suo viso. Sorridendole amichevolmente le sussurrai:
"Adesso vado da tuo marito e mi faccio sborrare in bocca! Come tu hai fatto con il mio!"
I suoi spasmi si bloccarono di colpo e la vidi smarrita, avvolta in uno suo sguardo colpevole. La rassicurai subito ordinandole di accompagnarmi in quell’avventura che aveva assunto risvolti erotici davvero sconvolgenti. Ci mettemmo in ginocchio e mostrandoci in tutto il nostro maturo splendore ci avvicinammo ognuna verso il marito dell’altra. Vidi Carlo letteralmente sconvolto da quell’atteggiamento, il quale mi ero sempre ed inutilmente preoccupata di nascondere. Ringraziai mentalmente la bravura di Anna che, da traditrice scoperta, con un velato cenno fece capire a mio marito di non cimentarsi in un’ipocrita scenata. Per fortuna la caletta in cui avevamo preso posto era deserta, ma giunta a questo punto niente mi avrebbe impedito di prendere in bocca il cazzo di Diego; nemmeno una delegazione di giapponesi muniti di macchina fotografica. Mi portai di fronte al nostro amico che, imperterrito, si stava consumando la cappella. Anna mi imitava come una scolaretta timida. Mi presi una tetta in mano ed accompagnai il mio grosso capezzolo fin sulle labbra del mio prossimo e fortunatissimo amante. Lui non si fece pregare e sotto lo sguardo sbigottito, ma eccitato di Carlo, lo prese fra i denti e cominciò a mordicchiarmelo divinamente. Emisi un gemito di godimento e mentre mi aprivo la fica con due dita, guardandolo negli occhi, avvisai il mio consorte di osservare come si fa un pompino. Mi abbassai lentamente e a labbra spalancate accolsi il bagnatissimo glande del nostro conoscente. Non mi risparmiai nell’emettere gutturali gemiti di piacere, anche se non erano veri. Quel cazzo non era niente di eccezionale. Comunque mi prodigai nel farmi vedere rapita da quel nerbo, ma i miei occhi erano tutti per Anna, la quale attendevo di vedere impegnata nella mia stessa prestazione ed alle prese con lo splendido uccello di mio marito. La mia attesa non fu lunga. La vidi raccogliersi i lunghi capelli biondi dietro la nuca e poi, con un mugolio che mi fece accapponare la pelle, abbassarsi sull’enorme asta di Carlo.
Cazzo se era brava! Riusciva ad infilarsi in gola quell’uccello fino a farlo sparire completamente. Ad ogni ritorno lasciava uscire dalla bocca dei lunghi filamenti di saliva mescolati alla pre-sborra del suo eccitatissimo e sconvolto partner poi, quasi senza riprendere fiato, quella bravissima zoccola tornava ad infilzarsi le tonsille simulando le caratteristiche di una fighetta stretta e bagnatissima. Avrei voluto mollare tutto e prendere a sberle mio marito, colpevole di essersi trovato un’abilissima amante, ma due cose mi impedirono di farlo. La prima fu un gemito di Diego che mi avvisava di essere prossimo ad una memorabile sborrata; la seconda, che mi portò di schianto ad un convulso orgasmo, fu il sentire una mano di Carlo che, appoggiandosi alla mia nuca, mi aiutava a far godere quell’insignificante minidotato. Ci guardammo negli occhi come due fidanzatini e raggiungemmo l’apice del piacere accompagnando con noi due persone estranee al nostro rapporto. Credetemi, ma non chiedetemi spiegazioni; quell’orgasmo fu uno dei più belli della mia vita. Lo sguardo di mio marito che mi guardava come fossi la sua musa ispiratrice, pur essendo in procinto di sborrare nella bocca di un’altra donna, mi riscaldò il cuore.
Diego scoppiò letteralmente fra le mie labbra. Dalla quantità che dovetti ingoiare dedussi che erano parecchi giorni che il poveretto non dava sfogo alla sua libidine. Mi preoccupai di ingoiare tutto e farmi colare un po’ di quel nettare dalle labbra, ma mentre facevo questo non staccavo gli occhi da quelli di mio marito. Leccai voluttuosamente gli ultimi schizzi dalla cappella di Diego poi, allungai una mano sulla sua verga. Anna mollò sapientemente la presa concentrandosi nei suoi affondi di gola. Mi bastò menare quell’asta per un paio di volte prima di sentirla contrarsi ed esplodere. Vidi lo sperma uscire a fiotti dalla bocca della mia amica e colarmi sulla mano ancora intenta a menare. Non riuscii a trattenermi e mi fiondai su quel nettare tiepido e denso. Non mi interessava se per leccarlo ero costretta ad incontrare l’altrettanto affamata lingua di quella donnaccia con cui dovevo dividere il piacere di mio marito. Insieme ripulimmo il sublime randello che, per parecchi secondi, ci rifornì di saporita crema. Pur di dimostrare al mio compagno quanto riuscivo ad essere porca, mi cimentai in una limonata incredibile con la mia altrettanto porca amica. Ci scambiammo a lungo il suo seme passandocelo con la lingua ad intervalli regolari ed emettendo ansimi goduriosi.
Mai avrei pensato di provare tanto godimento nel vedere il mio compagno di vita gioire dei servizietti di una donna estranea ed annoiata da un uomo poco maschio. Anna stava facendo quello scambio solo per saziare una voglia repressa di buon sesso. Io, invece, stavo godendo nel vedere mio marito rapito da una situazione ambigua, ma che mi vedeva co-protagonista. Realizzare che il mio Carlo godeva nel vedermi partecipe ed attiva in una situazione sempre sognata, ma mai dichiarata, mi faceva sentire al settimo cielo.
Questa certezza la raggiunsi nel momento in cui gli raggiunsi le labbra e con la bocca piena del suo sperma mescolato a quello dell’amico, dissi che volevo essere presa da due cazzi insieme.
" Vuoi che Diego ti scopi?" L’ultimo accenno di gelosia che riuscì ad inserire in quella domanda, se ne andò di corsa quando gli presi l’uccello in mano e con un movimento velocissimo mi sistemai a smorzacandela sopra di lui. Anna, dimostrandosi ancora una gran zoccola, si inginocchiò dietro a noi e prese a leccargli l’uccello senza dimenticarsi di passare ogni tanto sui miei due buchi fradici.
" No!... Voglio essere inculata mentre tu mi scopi! Dopo farai lo stesso con Anna, mentre lei leccherà la vostra sborra che uscirà dai miei buchi.
A quelle parole, come fossero state etereo Viagra, il suo cazzo riprese vigore insieme a quello di Diego. Non attesi oltre. Aiutata dalla mia amica mi infilai la cappella di Carlo nella fica. La sentii entrare come se fosse la prima volta che prendevo il cazzo di mio marito. Solo quello, associato alla strana situazione che stavamo affrontando, mi sarebbe bastato per venire. Ma per mia fortuna il destino aveva riservato per me una sequenza multipla e sconvolgente di orgasmi. Avevo appena finito di infilarmi la clava di Carlo fino in fondo all’utero quando, colto da un raptus di piacere, Diego si era fiondato sopra di me ed ora, aiutato dalla sua dolce mogliettina, stava cercando di violare il mio buco più stretto. Sentivo distintamente due cappelle. Una mi stava facendo morire in un su e giù da sballo dentro la fica aperta. L’altra stava cercando di entrare nel mio intestino con dei movimenti impacciati.
" Vuoi due cazzi?" Mi chiese Carlo, mentre mi dimenavo sul suo randello.
" Siiiii!" Urlai io in preda ad un piacere indescrivibile.
Senza aggiungere altro lui mi divaricò le natiche e fermando per un attimo i miei movimenti frenetici, permise al suo amico di assaporare ciò che di più prezioso aveva da offrirgli.
Sentii il glande di Diego sfondare l’esile resistenza del mio sfintere. Ero abituata a ben altri diametri, ma sentire due uomini che contemporaneamente godevano della mia carne, mi portò ad avere il primo e sconvolgente orgasmo. Venni stupendamente infilzata dal cazzo di Carlo e da quello di Diego che, in un’unica e debole spinta, mi aveva penetrato l’intestino fino a farmi urlare di piacere.
Mentre venivo in sequenza, inondandoli di umori, loro si prodigarono in una cavalcata sconvolgente. Sentivo due cazzi duri dentro di me godere per quello che gli stavo offrendo. Avevo quattro mani che mi strizzavano le tette e le chiappe fin quasi a farmi male. Mi mordevano una spalla ed il collo come in preda ad una crisi muscolare ed intanto… pompavano!
Dio!!!…Quanto godevo.
Prima di ricevere la loro sborra in tutti e due i buchi, io ero venuta tre o quattro volte. Nella mia memoria è ben impresso il momento in cui Anna, infoiata come non l’avevo mai vista, portò la sua passera davanti alla mia faccia. Con entrambe le mani l’aveva spalancata e mi stava implorando di intervenire per alleviare le sue sofferenze. Nello stesso istante in cui la mia lingua lambì il suo grilletto, sentii chiaramente i due cazzi che mi stavano chiavando arrivare al capolinea. Simultaneamente mi riempirono del loro piacere che, caldo e viscoso, inondò le mie interiora. Era bastato fargli vedere una donna intraprendere la via di un rapporto saffico, per farli esplodere all’unisono. Mi gustai a lungo quegli spasmi che ritmicamente allargavano le pareti dei miei due nidi e mentre venivo, facevo godere una donna nella mia bocca.
Rantolammo per alcuni minuti poi, mi sfilai da quegli ingombri quasi mosci e scivolando verso il basso li presi fra le mie mani. Cominciai a menarli e a leccarli a turno. Sapevano di me e questo mi piaceva tantissimo. Ero messa a carponi fra due uomini. Dai miei buchi colava il loro piacere e la sola sensazione che mi procuravano le loro verghe strette nelle mie mani, mi causava un piacere indescrivibile. Finalmente avevo raggiunto uno dei mie più reconditi desideri. Una voglia che non avevo mai avuto il coraggio di rivelare a mio marito il quale, assurdamente, non aspettava altro. Tornarono duri quando, con il tono di una gattina in calore, Anna reclamò la sua parte. Lasciai a lei il poco impegnativo compito di completare l’opera e mi spostai con la bocca grondante di umori verso quella di Carlo.
" Adesso devi far godere Anna! Io ti guarderò sborrare!" Queste furono le parole che fecero tornare ritto il suo uccello. Quello di Diego tardò un pochino, ma solo per il breve lasso di tempo impiegato da Anna per mettersi alla pecorina e chiedere disperatamente a mio marito di prenderla nel culo.
Fui io ad accompagnare la sua asta fin davanti alla porta proibita. Fui io ad allargarle le natiche e consentire all’enorme mazza di Carlo di punirla come si meritava. La sentii emettere gemiti di dolore, mentre quel bastone di carne la violava tenendola stretta per le creste iliache.
Vidi sparire i venti centimetri abbondanti di Carlo nello sfintere della troia che aveva tentato di rubarmelo. Provai un immenso piacere nel vederla dolorante ed in difficoltà nell’accogliere tanta grazia. Diego sembrava più interessato a masturbarsi davanti me, mentre mi guardava sditalinarmi e baciavo in bocca la sua compagna, piuttosto che prendere l’iniziativa di scoparla come aveva fatto poco prima con me.
" Ti piace?" Chiesi a Carlo mentre afferravo l’asta del suo amico in mano e cominciavo a menarla spudoratamente.
"Vorresti leccarglielo di nuovo?" Mi rispose con una domanda che suonava, a dire il vero, come un ordine incontestabile.
Non emisi nessuna obiezione. Aprii la bocca e mi infilai la cappella del suo amico fino in fondo alla gola. Ero messa a gattoni e stavo spompinando il marito della mia amica che, alle prese con un doloroso rapporto anale, non aveva voglia di aiutarmi a farlo sborrare. Non mi fu difficile fare un golino a quel maschio poco dotato. Io e mio marito ci guardavamo negli occhi, mentre tutt’e due eravamo intenti a far godere un’altra persona. Le sue spinte nel retto di Anna si intensificarono di pari passo ai miei affondi sul nerbo di Diego. Lui, preso dall’estremo godimento, mi stava insultando come fossi una lurida sgualdrina. Le sue mani avevano cinto la mia nuca ed ora, convulsamente, mi obbligavano ad accettare il suo uccello fino in fondo all’ugola. Non riuscivo a staccare lo sguardo dal viso di Carlo. Volevo carpire ogni sua espressione di godimento e per mia immensa felicità lui stava facendo lo stesso. Sentii Diego arrivare al limite. Presi per i capelli Anna, portai la sua bocca vicino alla mia ed insieme a lei mi feci schizzare in faccia il nuovo orgasmo del suo partner. Quell’immagine fece scatenare Carlo. Abbandonai la posizione e mi avvicinai con la bocca al buco del culo di Anna, aperto ed irritato all’inverosimile.
" Vienimi in bocca!" Chiesi al mio uomo, come se fossi la più umile delle schiave. Vidi il suo uccello scorrere fuori dal retto della nostra amica ed esplodermi in faccia tutto il suo piacere.
Con estrema soddisfazione mi lasciai inondare il naso e gli occhi di sborra ed intanto mi dilettavo a menare quella verga dalle sublimi dimensioni. Gli permisi di godere di quell’avventura strabiliante e sconvolgente che, da quel giorno in poi, cambiò in meglio la nostra intesa sessuale.
Negli ultimi tre giorni delle nostre ferie riuscimmo ad avere altri due scambi. Io e Carlo, a differenza dei nostri amici, trovammo quell’esperienza molto piacevole e costruttiva. Con immensa soddisfazione ho scoperto di avere un uomo disposto a vedere la propria donna godere con altri e viceversa.
Purtroppo Diego ed Anna, pur concedendosi molto volentieri, ma solo per un desiderio egoistico di piacere proibito, non sopravissero a quell’evento.
A novembre del 2007 abbiamo dovuto confortarli, in separata sede, da un divorzio neanche molto doloroso e soprattutto annunciato già da molto tempo.
Cinici come mai avevamo sospettato di essere, pur di soddisfare le nostre voglie di triangolo sfruttammo la loro debolezza a più riprese. A turno ci siamo goduti le grazie di Anna, che non disdegna un rapporto lesbico pur di prendere nel culo la magnifica mazza di Carlo, e le notevoli erezioni di Diego che, pur esibendo un’appendice di poco conto, si distingue in prestazioni davvero notevoli in fatto di durata. Non contando le frequenti visite di Paolo che, essendo una vittima innocente ed indifesa di una situazione alquanto brutta, ho dovuto consolare più volte sotto lo sguardo vigile del mio Carlo.
Ma queste sono avventure che vi racconterò più avanti. Se questa mia storia vi è piaciuta ne sarò immensamente contenta.
Per adesso vi saluto con un bacio, là dove vi siete bagnati; maschi o femmine che voi siate.
Ciao! ASIA.
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